Solo quando il pensare smette di fare il sonnambulo e si sveglia con un triplo espresso, la volontà può finalmente togliersi le manette. E zac, pure il gesto più banale, una parola buttata lì, una scelta da supermercato, o un silenzio da “sto meditando, non rompere” si gonfia di significato profondo. Essere liberi non significa fare i bulli con le regole o vivere come in un open bar senza fondo. La vera libertà non è il patetico “faccio ciò che mi pare” da adolescente in crisi ormonale, ma il “so perché cavolo lo faccio” da adulto che ha letto il manuale. Nasce da un’interiorità presente e innamorata di sé, dove ogni decisione è un atto di verità, non un tic nervoso da scimmia condizionata.
Perché, diciamocelo, il “faccio ciò che voglio” è libertà solo se “voglio” non è un burattino mosso da abitudini da criceto, istinti da cavernicolo o condizionamenti da spot pubblicitario. Altrimenti non scegli tu: è il tuo ego, il tuo passato da terapia infinita, o il tuo sistema nervoso che urla “dammi dopamine o muoio”.
Il tossico che sbandiera “Mi fa stare bene, quindi sono libero di farlo”.. Libero un corno! È un prigioniero del bisogno, schiavo incatenato a una sensazione che lo usa come zerbino. Benvenuto nel club della “libertà” con abbonamento a vita.
Il consumatore che fa shopping compulsivo per “scegliere ciò che gli piace” non è libero: è un robot con carta di credito, programmato dal marketing che gli sussurra “Desidera questo, o sei out” come un influencer da quattro soldi.
L’uomo che esplode di rabbia e la spaccia per sincerità (“Io dico sempre quello che penso, baby”) non è libero: è un burattino dell’impulso emotivo, confonde la spontaneità da cavernicolo con la coscienza da illuminato.
E chi salta da una strada all’altra per “non farsi incasellare da nessuno”? Spesso non segue una voce interiore, ma una paura da coniglio della stabilità, un “no grazie” che puzza di ferite non cicatrizzate e di terapia rimandata a mai.
La libertà autentica è quella che nasce dal rispetto... sì, quella roba noiosa: rispetto per sé, per gli altri, per la vita. Quando l’ego si intrufola con orgoglio da pavone, competizione o bisogno di avere ragione a tutti i costi, la libertà si trasforma in tirannia da quattro soldi. Ma quando l’amore guida – sì, amore, non like – ogni gesto diventa consapevole, e nessuno finisce col naso rotto. Essere liberi non è “faccio ciò che mi pare”, ma volere ciò che fa bene… a me e al pianeta, già che ci siamo.
È in questo equilibrio tra fermezza e gentilezza che nasce la vera libertà interiore: quella che non deve urlare come un venditore di tappeti, vincere come un gladiatore dopato o apparire su Instagram, ma semplicemente è.
Liberarsi dai pensieri automatici è tipo fare detox alla mente: restituire al pensiero la sua corona, la sua forza creativa. Imparare a scegliere quali pensieri invitare a cena e quali mandare a quel paese, senza trasformare il cervello in una prigione di giudizi da tribunale, paure da film horror e preoccupazioni inutili da gossip di quartiere.
In questo senso, la consapevolezza accende la vitalità come un fiammifero in una stanza buia: ogni gesto diventa più pieno, ogni parola più vera, ogni scelta più allineata con chi siamo davvero... non con la versione Instagram. Ecco perché la libertà autentica nasce dall’attenzione, dall’amore e dal rispetto per la vita: solo quando siamo presenti a noi stessi possiamo essere presenti agli altri senza ferire, senza fare i padroni, senza svendere la nostra dignità interiore per un applauso.
Tra l’altro, questo tema sarà uno dei capitoli del mio nuovo libro in uscita .. sì, quello che vi salverà la vita o almeno vi farà sentire meno in colpa per il carrello Amazon. Esplorerò come consapevolezza, presenza e amore trasformino la vostra routine in una libertà interiore da standing ovation. Prenotate la copia, o continuerete a essere schiavi del telecomando.
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