Succede. Tu sei dentro una relazione, la tua vita ha preso una direzione chiara, eppure qualcuno continua a bussare. Non importa che la porta sia stata chiusa da tempo, c’è sempre chi la vede come socchiusa. È come se non riuscissero ad accettare che il capitolo sia davvero finito, e così si presentano ancora sulla soglia, a volte con nostalgia, a volte con orgoglio ferito, altre volte solo perché l’abitudine pesa più della solitudine.
Il passato, quando bussa, ha questa strana capacità: sembra innocuo, ma porta con sé correnti d’aria. Ti costringe a fare i conti con qualcosa che avevi già messo a posto, ti insinua il dubbio, ti chiede spazio che non gli spetta più. E la tentazione di aprire “per educazione” può essere forte, ma ogni volta che lo fai rischi di lasciare entrare qualcosa che non appartiene più al presente.
E allora la vera sfida non è chiudere la porta (perché quella, in realtà, è già chiusa) ma imparare a non aprirla più. Non per cattiveria, non per rancore, ma per rispetto di ciò che stai costruendo adesso. Perché se il passato continua a bussare, il futuro non trova il coraggio di entrare.
Alla ex che continua a bussare, si può dire senza cattiveria: “La porta è chiusa, la vita è cambiata: cambia porta anche tu e fatti la tua vita”. Non è un rimprovero, è una verità gentile che tutti dovremmo imparare a rispettare.
Forse, alla fine, accettare davvero la chiusura significa concedersi la libertà di vivere nel presente, senza fantasmi che chiedono attenzione. E ricordarsi che una storia, anche quando è finita, ha avuto senso. Ma è solo lasciandola lì, dove appartiene, che puoi dare senso nuovo alla tua vita di oggi.
E tu, come gestisci le porte chiuse che continuano a bussare?

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