La libertà di non reagire

Sai, ultimamente mi sto accorgendo di quanto sia difficile mantenere l’equilibrio nelle piccole sfide di ogni giorno. Basta un messaggio dal tono sbagliato, una parola detta male, un comportamento che ti irrita… e subito l’emozione sale come una fiamma. Ti prende lo stomaco, la mente comincia a scrivere risposte che poi, a mente fredda, non invieresti mai.
E allora mi fermo. Conto fino a dieci. Respiro, perché ormai ho capito che la vera crescita sta proprio lì: nel non reagire subito. Nell’imparare a gestire l’onda prima che travolga tutto.

Rudolf Steiner, nel suo piccolo ma immenso testo I sei esercizi, parla proprio di questo: di come la vita ci metta costantemente alla prova, chiedendoci di restare presenti, vigili, e soprattutto liberi dalle reazioni automatiche. Il primo esercizio, per esempio, è il controllo del pensiero: osservare quello che accade dentro di noi prima di lasciarlo uscire. È come mettere un filtro tra l’impulso e l’azione.
Il secondo è il controllo della volontà: agire solo dopo aver scelto consapevolmente come vogliamo rispondere.
E poi c’è l’equilibrio dell’anima, quello stato sottile in cui possiamo provare un’emozione senza diventarne schiavi.

Ti faccio un esempio pratico: ricevi un messaggio sgarbato. La prima reazione sarebbe rispondere con la stessa moneta, far valere le tue ragioni. Ma se invece provi a fare un piccolo passo indietro, a non reagire subito, ti accorgi che dentro di te si apre uno spazio nuovo. Forse ti rendi conto che quella persona è nervosa per altro, o semplicemente che non vale la pena rovinarsi la giornata per un tono. In quel momento non sei più vittima dell’emozione: la stai guardando, e questo ti rende libero.

Un altro giorno potresti trovarti davanti a una persona che ti ferisce, anche solo con uno sguardo o un gesto. E lì, l’esercizio diventa accettare che non puoi controllare gli altri, ma puoi scegliere chi vuoi essere tu in quel momento.
A volte la risposta più forte è proprio il silenzio.

Crescere non è diventare freddi o distaccati, ma imparare a restare centrati anche quando fuori c’è tempesta. È una forma di eleganza interiore: la capacità di restare calmi, ma vivi.
E forse questo è l’equilibrio di cui parlava Steiner.. una calma che respira, che osserva, che sceglie con coscienza.

E tu?
Quando l’onda arriva, riesci a fermarti un attimo prima di rispondere, o ti ritrovi subito dentro la corrente?

 

.. In ogni caso non sempre ci riesco, ma almeno ormai conto fino a dodici........

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